| ciao fatine questa è la mia prima ff spero ke vi piaccia, ditemi cosa ne pensate un bacio moni
neve d'agosto 1 -biblioteca-
Presi lo zaino e uscii di casa, attraversai la strada e entrai in biblioteca, era comodo avere la biblioteca sotto casa, ci andavo tutti i giorni a fare i compiti, visto che in casa c'era sempre tanta confusione con i gemelli, i mie fratellini di 5 anni Mirko e Francesca, anche io a 5 anni ero una che faceva tanta confusione, o almeno così mi dicono tutti, quindi non pretendevo niente da loro. Me ne stavo in biblioteca tutto il giorno, la mia migliore amica Maya dice che sono pazza a stare tutti i giorni li dentro. Proprio li un mese fa, mentre facevo i compiti, vidi entrare un ragazzo con i capelli lisci e neri come le piume di un corvo, gli occhi erano blu come il mare a largo e la sua bocca era rossa, come se avesse appena mangiato una fragola, la sua pelle era di un rosa pallido, era bellissimo. Stava sempre seduto a un tavolo rotondo contornato da due sole sedie, nessuno si sedeva mai al suo tavolo, forse lo aveva scelto proprio perché voleva stare da solo. Teneva in mano un libro, sembrava fatto di perla,la luce del neon ci sbatteva sopra quasi come se lo stesse schiaffeggiando, e il suo riflesso mi picchiava in faccia come fosse uno specchio, ero rimasta stupita dalla bellezza di quel libro non lo avevo mai visto prima, forse lo aveva portato da casa. Da quel giorno quando entravo guardavo sempre verso il suo tavolo, era li, sempre solo, sempre con il libro perlato tra le mani. Un giorno tornai da scuola, mia mamma aveva già preparato il pranzo, mangiai e poi mi misi davanti alla TV, aspettai un'oretta e poi andai in biblioteca. Fuori faceva freddo, era il 25 ottobre e fra due settimane sarebbe stato il mio compleanno,avrei fatto 18 anni, avevo chiesto alla mamma se potevo festeggiare almeno i 18 anni, visto che per tutti i miei precedenti compleanni, avevo avuto solo una piccola torta per festeggiare insieme a mia mamma e i gemelli, nessun amico o parente solo noi 4, ma come tutti gli altri anni la sua risposta fu no. Aprii la porta della biblioteca, e come ormai era di mia abitudine, controllai il suo tavolo, era vuoto, ma stranamente tutti i tavoli intorno a me erano pieni di studenti, non capitava molto di entrare e vedere che tutti i tavoli erano pieni, era raro, forse, c'erano tanti ragazzi perché mancava una settimana ad halloween e come l'anno prima tutti stavano cercando dei libri dove trovare storie paurose per la festa che ci sarebbe stata la sera in piazza, tutti cercavano fantasmi, vampiri, mostri e cose del genere, anche io sarei andata alla festa con Maya per portare la sua sorellina e i gemelli. Mi andai a sedere all'unico tavolo vuoto, era proprio il tavolo del ragazzo solitario, mi misi a sedere e tirai fuori il libro di scienze e iniziai a fare i compiti, ogni tanto delle risate mi facevano alzare la testa, o forse...era solo perché volevo vedere se lui fosse arrivato, cercai di scacciare via tutti i pensieri e chinai la testa di nuovo sui compiti. <<scusa ti dispiace se mi siedo>> quella voce mi fece sobbalzare dalla sedia, alzai lo sguardo lentamente, era lui, era davanti a me. <<posso!>> con un dito indicava la sedia accanto a me e fece un sorriso, sicuramente per la mia espressione da stupita. << ehm s si>> <<grazie>> si mise seduto, tirò fuori dallo zaino il libro perlato che leggeva da quando lo avevo visto la prima volta, da vicino il libro era ancora più bello quasi come il viso del ragazzo di cui non conoscevo ancora il nome, non lo posò sul tavolo, lo teneva tra le mani come se non volesse farmi vedere cosa c'era scritto, feci finta di niente e continuai a fare i compiti, i suoi movimenti nel girare le pagine del libro erano lenti e scoordinati, per la millesima volta che lo guardai lui alzo gli occhi e mi sorrise, mi sentii bruciare le guance, abbassai subito lo sguardo, lo vidi chiudere il libro e appoggiarlo sul tavolo, poi si mise dritto sella sedia. <<io sono Alexander..... tu sei?>> mentre pronunciava quelle parole mi porse la mano, anche io la allungai ma la mia mano inizio a tremare, lui se ne accorse e fece finta di niente. <<i io sono Debora>> mi strinse la mano, ma non con forza, con velocita supersonica chinai la testa di nuovo sul libro. << ehm, scusa Debora,ti dispiace se riprendo la mia mano,cosi continuo a leggere !?>> lo guardai per un secondo stordita e i mie occhi balzarono alla mia mano, stavo stringendo ancora la sua, la lasciai subito e nascosi entrambe le mani nelle tasche della felpa, che figura, non è possibile, nn'è possibile, ma come ho potuto non accorgermi di tenere ancora la sua mano, scema scema, eppure non me ne ero accorta, non sentivo niente, com'era possibile, <<non preoccupati, non hai fatto niente di male, anche se tenevi la mia mano in'ostaggio>> e rise di nuovo, mi sentivo ribollire le orecchie e le guance. <<vieni sempre qui a fare i compiti?>> <<si>> risposi cercando di non guardarlo in viso, mi sentivo sempre imbarazzata per prima. <<e... >> fece una pausa che mi costrinse a guardarlo. <<non esci mai?>> <<si... cioè no... vabbe, si esco ma non tutti i giorni>> rise di nuovo quando rideva era ancora più bello. <<veramente, io è da un mese che vengo in questa biblioteca, e da un mese tutti i giorni sei qui, esci da quella porta>> con la mano indicò verso casa mia. <<attraversi la strada,entri e ti siedi laggiù, a quel tavolo>> e indicò il tavolo dove mi sedevo di solito, rimasi a fissarlo come una stupida, non pensavo che lui mi avesse notata. <<certe volte quando sei tesa mordi la penna, e quando non riesci a fare i compiti.....>> <<cosa c'e?>> risposi arrossendo. <<quando non riesci a fare i compiti, parli da sola>> ecco, adesso pensa pure che sono pazza. <<no non parlo da sola, è perché ripeto le cose a voce alta>> <<e te invece cosa stai leggendo>> <<niente un libro...... no non'è proprio un libro è più un diario, me la dato una vecchia amica di mia nonna, la scritto quando era una ragazza, ha continuato a scrivere fino a poco tempo fa, ha smesso perché dice che non c'e più niente da dire>> <<deve essere bello, quando leggi sembri incantato, e poi la sua copertina è.... è stupenda, di che cosa è fatta>> << di madre perla, si è stupenda la fatta fare su misura per il libro >> restammo a parlare per quasi tutto il tempo, guardai l'orologio erano le 19:30. <<oddio è tardi io devo andare,altrimenti mia mamma mi strozza>> <<no no, vai, non vorrei averti sulla coscienza per averti trattenuta a parlare, cmq è stato un piacere conoscerti Debora>> <<si anche per me>> <<a domani, qualcosa mi dice che sarai qui>> aveva ragione sarei stata li anche il giorno dopo, lo salutai e lui ricambiò il saluto con la mano. Mi svegliai mi feci una doccia e poi corsi fuori ad aspettare Maya per andare a scuola, era halloween chissà quanti scherzi ci aspettavano, la settimana era passata in fretta, io e Alex avevamo passato tutti i pomeriggi in biblioteca a parlare, gli avevo parlato della mia famiglia, dei mie, della mia migliore amica, lui mi aveva parlato di sua nonna di quanto gli era affezionato, e di come passava il tempo prima di trasferirsi qui, tutte le volte arrivava con una scatolina di caramelle e quando mi parlava il suo respiro mi sfiorava il viso e sapeva di limone, stare accanto a lui mi faceva sentire protetta era una sensazione strana, mi sentivo bene, iniziava a piacermi veramente. Sentii un rumore assordante,era Maya, con quel motorino giallo canarino, ma per andare a scuola va bene, cosi aveva detto suo padre. A scuola iniziarono gli scherzi, ragni, pipistrelli, sangue finto, ma chi mi stupì di più fu il professore di biologia entro in classe si mise davanti alla cattedra fece un sorriso e sulle labbra inferiori si posarono due canini lunghi e affilati la punta era sporca di sangue, tutta la classe scoppiò in una risata. Arrivammo davanti casa mia, Maya mise il motorino sul cavalletto, e poi si ci mise su, io mi ero seduta sul marciapiede. <<allora, oggi lo rivedi è?>> <<si, Maya non vedo l'ora,>> <<secondo me ti sei innamorata, perché non gli dici se viene alla festa stasera?>> <<1 non sono innamorata, 2 è una festa per bambini! >> <<ma dai scusa vi conoscete da una settimana, potete conoscervi meglio no , dai dai, ti prego, e poi avevi promesso che me lo avresti fatto conoscere!!!>> fece il mestolino, e fece finta di asciugarsi le lacrime. <<ok ok, gli chiedo se vuole venire,si ma se lui viene guarda che io non mi vesto da strega >> <<hahaha sarebbe divertente hahaha>> <<debora, non'è ancora ora di venire in casa>> mia mamma era come un'orologio svizzero, puntuale per chiamarmi mentre ero con la mia migliore amica. <<mi sembrava strano che non chiamava ancora, dai maya vado in casa, a stasera>> << si ciao>> entrai in casa e lei mi stava aspettando appoggiata al muro, era arrabbiata gli si leggeva in faccia <<mamma! cosa c'e>> <<chi è che dovresti invitare stasera?>> aia, aveva sentito, ecco perché non mi aveva chiamato subito, stava ascoltando. <<mamma,hai ascoltato cosa ci siamo dette!?>> <<visto che te non mi dici niente, devo fare in qualche modo per sapere cosa fai>> <<ho fame, mangiamo!>> andai in cucina, e iniziai a mangiare senza alzare gli occhi dal piatto, mi raggiunse in cucina, si avvicinò alla sedia e appoggiò le mani sui pomelli della sedia. <<debora, non voglio che esci con quel ragazzo>> cosa, coma faceva a sapere di lui, non ne avevo mai parlato con lei, solo qualche minuto fa Maya... << quale ragazzo?>> <<non fare la finta tonta Debora, sai benissimo quale ragazzo, non'è un ragazzo per bene, non'è un ragazzo per te!>> <<mamma tra me e Alex, non c'è niente, ok niente!!!>> <<ho detto che non devi più vederlo, basta>> <<no no no, basta un bel niente, dimmi perché non posso più vederlo, dammi un motivo?>> <<perché lo dico io, basta>> <<io, io non capisco, ho qualcosa che non va, cioè hai qualcosa contro di me? mai un compleanno, mai una visita alla nonna, mai al circo,al luna park, mai da nessuna parte niente di niente, scuola casa, casa scuola, l'unica amica che ho è Maya>> <<ma perché non mi dai mai ascolto Debora>> <<non ti do mai ascolto! secondo te io non ti do ascolto, no dico ma non vedi, sono sempre in casa, no ho mai fatto un compleanno, non sono mai andata in gita con la scuola, non sono mai stata in una discoteca, devo continuare o ti basta!!!>> <<di tutti i ragazzi che ci sono proprio con quello dovevi fare amicizia, è pieno di ragazzi in biblioteca, pieno!>> <<mamma, per favore, alexander non'è una cattiva persona, è gentile,buono, mi fa divertire, se vuoi oggi te lo faccio conoscere, ma ti prego, per una volta prova a farmi fare quello che voglio io>> il suo sguardo si fece triste come se le mie parole fossero fruste sul suo viso. <<debora>> <<mamma ti prego, devi avere fiducia in me, non ho mai chiesto niente, mai>> <<io, io non so cosa fare con te Debora, fai come vuoi, vuoi vedere quel ragazzo vai, spero che alla fine dei giochi non ci resterai male>> <<mamma non sto facendo niente di male, uffa, niente>> <<si forse hai ragione non stai facendo niente, sono io che ti sto facendo del male, tutti questi anni a proteggerti da tutto, dal mondo, hai ragione, devi vivere come tutte le ragazze, io invece ho cercato sempre di tenerti lontano da tutto,e adesso, stai diventando grande, dovevo lasciarti scegliere, invece come sempre ho fatto di testa mia>> <<mamma io...>> <<debora, io ho paura di perderti, scusa per tutto quello che ti ho detto, ti voglio bene piccola mia>> mi abbraccio, io ero ancora sconcertata per quello che era successo poco fa, non capivo cosa volesse dire, fece una risatina tra le lacrime, e mi dette una pacca sul sedere <<adesso è meglio che vai a fare i compiti>> <<ok >> <<debora, stai attenta>> <<si mamma>> Uscii di casa, quella litigata mi girava ancora per la testa come se stesse cercando un senso a quelle parole, come se volesse trovare un buco dove nascondersi e non uscire mai più. Perché non voleva che vedessi Alex? e poi aveva paura di perdermi? non capivo. Arrivai davanti alla biblioteca feci un respiro aprii la porta, entrai con lo sguardo diretto sul nostro tavolo, eccolo, etra seduto sulla sedia con le gambe incrociate, non c'era traccia del libro, con la mano scostò la sedia, appena i nostri occhi si incrociarono il mio cuore iniziò a battere fortissimo, e sentivo già quella sensazione di protezione, più mi avvicinavo a lui più aumentava. <<eccoti, finalmente sei arrivata!!>> <<eh si,è che ho litigato con mia mamma>> <<no, mi dispiace,come mai>> e no sai non vuole che esca con te, è pazza << no niente cose tra madre e figlia, non lo so! ha farfugliato delle cose>> <<quali cose?>> <<ma che aveva paura di perdermi>> rise poi si avvicini e mi baciò sulla guancia, un brivido mi corse lungo la schiena. <<dai non'è niente scommetto che è stato solo un piccolo litigio tra madre e figlia come hai appena detto non ci pensare più>> rimasi immobile per qualche secondo, mi ha baciato sulla guancia. <<allora compiti?>> <<no, oggi niente compiti>> <<ehm senti,stasera... stasera in piazza c'e la festa di halloween, ti piacerebbe venirci?>> <<la festa di halloween? e ci vestiamo?>> <<no!>> <<dai perché no!! dai ci divertiamo, dai ,dai>> <<oddio mi sembri Maya,e da cosa ti vorresti vestire>> <<mmm da stregone, sono bravo a fare lo stregone, più di quanto immagini, e te puoi fare la mia strega>> rise, lo guardai scioccata e poi scoppiai a ridere anche io <<oddio, non scherzi vero?>> <<ehm no!!!>> <<no dai davvero, ci sono i bambini che si vestono>> <<allora se non ti vesti io non vengo>> <<no no no niente ricatti>> mi sentii afferrare la mano, alzai lo sguardo,e lui mi guardava con un sorriso un po imbarazzato,a quel punto le nostre dita si toccavano si stringevano giravano una sull'altra, le nostre mani si incrociavano si tenevano forti e salde e incapaci di lasciarsi. <<o ok m mi vesto>> <<ecco brava, si avvicino e mi baciò la punta del naso, io sorrisi e poi abbassai lo sguardo, sul mio polso l'orologio segnava le sette e mezza. <<io dovrei andare>> pronunciai quelle parole contro voglia, non avevo intenzione di lasciargli la mano. <<si anche io>> ci alzammo e andammo fuori, le nostre mani erano ancora intrecciate <<ok,allora a stasera, ci vediamo qui davanti alla biblioteca verso le nove, ok?>> accennò un so con la testa <<ok allora a dopo>> lasciai la sua mano e mi voltai per attraversare la strada, mi afferrò il braccio e mi tirò verso di se, con le mani mi prese il viso e mi baciò, questa ne sulla guancia ne sul naso, era un vero bacio un bacio sulla bocca, ricambiai il bacio, la sua bocca sapeva di limone e le sue labbra erano agitate come il mio respiro, iniziò a mordermi il labbro inferiore un brivido mi scese lungo la schiena, non'eravamo più io e lui eravamo una sola persona, i nostri respiri divennero tutt'uno, un pensiero mi picchio sulla testa, mia mamma, mi staccai da quelle labbra e mi liberai da quell'abbraccio, ma non avrei voluto farlo. <<debora scusa non avrei dovuto scusa>> <<sccc, non hai fatto niente che io non avrei voluto, è solo che mia mamma potrebbe vederci, non vorrei fare un'altra litigata>> <<scusa hai ragione, ma non ho resistito, volevo farlo già da prima, e...>> a quelle parole persi il controllo e mi gettai tra le sue braccia e lo baciai di nuovo. <<debora, vieni immediatamente in casa, muoviti>> questa proprio non ci voleva, mercole. <<ok, senti io vado ma stasera non so se mi farà uscire>> <<no dai stai scherzando!!>> <<no , te non la conosci,è fatta cosi uffa, non so quando mi farà uscire di nuovo, sicuramente sarò in puni...>> <<dammi il tuo numero!>> <<cosa?>> <<si sbrigati il numero del tuo cellulare, ti chiamo stasera>> <<ok, ok>> presi la penna e strappai un pezzo di foglio dal quaderno e ci scrissi il mio numero <<debora,vieni da sola e devo venire io a prenderti>> <<arrivooo>> <<ok è meglio che vai>> <<si ciao>> Entrai in casa con ansia aspettavo un'altra scenata come quella del pomeriggio, ma niente, non disse niente, i gemelli erano stranamente davanti alla TV in silenzio <<ciao ragazzi>> <<dedde andiamo andiamo dai, andiamo alla festa>> <<si dai c'e l'hai promesso andiamo>> <<si ma penso che vi ci porti la mamma>> <<no no c'e l'hai promesso dai>> <<dopo vediamo, adesso fate i bravi>> entrai in cucina era li che mi aspettava più infuriata che mai <<dove l'hai messa la fiducia che ti ho dato è?>> <<mamma, ma co...>> <<ti ho vista mentre ti baciavi con quello la, cosa credi che sono cieca,é! rispondi, cosa credi!>> <<intanto smettila di urlare, ci sono i bambini di la ,si spaventano>> << io ti ho dato fiducia e te cosa fai, vai fuori e lo baci, lo baci>> <<mamma solo un bacio, non sapevo che sarebbe successo>> <<si esatto non lo sapevi, però potevi evitare,non puoi stare insieme a lui>> mi guardava con un sorrisino compiaciuto <<no,non puoi stare con lui,come lui non può stare con te>> <<smettila mamma, smettila,è la mia vita, io scelgo con chi stare o con chi non stare,io capito io e basta>> <<vuoi sapere una cosa,lui è qui perché la mandato tua nonna, ho si tua nonna Ada, è lei che la mandato da te>> <<cosa non, cosa vuol dire che la mandato la nonna>> non capivo cosa volesse dire <<hoo,non preoccupati, tanto per il tuo diciottesimo compleanno verrà lei a dirtelo>> <<lui te lo porteranno via, non può stare con te>> <<smettila smettila smettila>>le mie urla mi bruciarono la gola, mi buttai per terra e iniziai a piangere come una bambina. Cosa stava dicendo,non capivo, perché non potevamo stare insieme, e poi cosa centrava mia nonna. <<vai in camera tua, da oggi sei in punizione>> mi alzai dal pavimento e con una corsa mi andai a chiudere in camera mia, presi il telefono e chiamai Maya per dirgli tutto e per dirgli che avevo deciso di andarmene di casa, sarei andata da mia nonna, ero stufa di stare in quella casa, stufa di essere punita per niente, ero stufa e basta. <<no Debora non puoi andare, ti prego pensaci>> <<maya, come faccio a restare io sto male qui>> <<ascolta domani a scuola parliamo e cerchiamo di risolvere le cose ok>> <<ok a domani>> mi buttai sul letto cercando di dormire un po. Mi svegliai di soprassalto, il mio telefono stava suonando. <<pronto>> <<debora sono Alex, allora come va?>> <<alex io...>> iniziai a piangere <<ok ok tranquilla piccola arrivo subito>> <<no no Alex,Alex>> aveva riattaccato, stava venendo da me andai in bagno mi lavai la faccia e tornai in camera accesi la TV e mi sdraiai sul letto, qualcosa picchio alla mia finestra, mi voltai di scatto e corsi ad aprirla, mi affacciai, era Alex era sotto casa mia. <<alex ma sei matto>> <<scendi>> <<scendo,e come?>> <<dalla porta>> <<non posso, se mia mamma...>> <<salgo io, aprimi>> <<cosa? ma sei matto>> <<aprimi>> scesi le scale e gli aprii la porta, salimmo in camera mia e chiusi a chiave la porta. <<allora sei in punizione?>> <<si, Alex io, io voglio andarmene>> fece un sospiro <<debora senti, io devo dirti una cosa, è importante>> <<dimmi>> <<io sono qui perché...>> <<alex, per favore parla, perché>> <<mi ha mando tua nonna>> all'improvvisomi mi si gelo il sangue,era come se fosse caduta la neve in agosto che ti lascia scioccata dal suo arrivo, le sue parole mi avevano fatto lo steso effetto, mi tornarono in mente le parole di mia mamma "vuoi sapere una cosa,lui è qui perché la mandato tua nonna, ho si tua nonna Ada, è lei che la mandato da te". <<mia mamma mi aveva detto...>> <<debora>> mi prese la mano ma io la trassi. <<perché sei qui?>> <<non so , come...non so come dirtelo...>> <<perché sei qui?>> la mia voce era rauca. <<io sono il tuo protettore Debora>> <<protettore di cosa>> <<debora ... te sei... sei una strega>> <<smettila di fare il cretino, perché sei qui?>> <<debora è vero, tua mamma ti ha fatto bloccare i poteri quando avevi solo un'anno, era il giorno del tuo compleanno, c'era un sacco di gente, e te sei entrata in casa e hai fatto volare i tuoi giochi, nessuno ti ha vista, ma tua madre ha insistito perché tua nonna ti bloccasse i poteri, così ha fatto un'incantesimo sui tuoi poteri al tuo diciottesimo compleanno l'incantesimo sarebbe svanito e i poteri ti sarebbero tornati. Io non vivo in questo mondo, noi maghi streghe e tutte le creature magiche viviamo in un mondo parallelo al vostro, il nostro mondo parallelo è stato inventato tantissimi anni fa da un mago potentissimo lo creò per chi aveva i poteri e non sapeva controllarsi in mezzo a voi umani. <<non ti credo! non può essere vero. Perché mia mamma ha detto che non possiamo stare insieme!?>> <<ha ragione, i protettori non possono innamorarsi dei loro protetti>> <<perché?>> <<perché l'unione tra una strega e un protettore farebbe nascere qualcosa di potente, ancora più potente che tra una strega e uno stregone>> <<in che senso farebbero nascere?>> <<se una strega e un protettore avessero un figlio nascerebbe potentissimo, e non distinguerebbe tra il bene e il male per i primi anni di vita. <<perché mi hai baciata allora?>> <<perché io mi sono innamorato di te>> a quelle parole il mio cuore batteva più forte di un tamburo, anche io lo amavo, ma come era possibile che fossi una strega, nelle favole esistevano le streghe, mia mamma era una strega, mia nonna, ecco perché non mi portava mai da lei. <<devo parlare con mia mamma>> <<no no fermati>> <<alex>> mi prese e mi strinse tra le sue braccia,la sensazione di protezione mi fece rabbrividire e ripensare alle parole di poco fa, sentivo la sua bocca scendermi sul naso sulla guancia e infine posarsi sulla bocca, iniziai a baciarlo con foga,rabbia,dolore, mi fermò e mi allontanò da se. <<non posso, non posso>> <<alex non lasciarmi, ti prego>> <<debora tra pochi giorni riavrai i tuoi poteri, e io dovrò stare con te solo per proteggerti>> <<no, non li voglio se devo perderti>> <<mia mamma ha detto che ti porteranno via da me chi?>> <<i pulitori della magia, puliscono tutti gli sbagli...>> <<no non sei uno sbaglio, non siamo uno sbaglio>> <<per il tuo compleanno verrà tua nonna, intanto tieni>> apri lo zaino e tirò fuori il libro perlato <<questo è tuo ti aiuterà a controllare la magia, e ci sono dei piccoli incantesimi>> <<ma questo... questo libro è tuo>> <<no, è tuo, ogni strega ne ha uno>> <<ma te avevi detto...>> fece un sorriso <<quando sarai una strega vedrai anche il vero aspetto del libro>> <<come il vero aspetto?>> <<questo è un semplice libro di pelle, ma te lo vedevi fatto di madre perla perché il libro ha un'incantesimo per attirarti a se>> <<quindi non brilla>> <<ehm no>> mi sdraiai sul letto. <<vieni qui con me>> <<non'è il caso che io...>> lo presi per un braccio e lo tirai sul letto. <<ok ok >> <<alex>> <<mmm>> <<devo parlare con mia mamma>> <<si penso proprio di si>> scesi dal letto aprii la porta, mi diressi verso la sua camera e bussa <<entra>> aprii la porta era seduta sul letto, come se sapesse già tutto. <<ok, ti stavo aspettando>>
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