neve d'agosto, la mia prima ff

« Older   Newer »
  Share  
fata delle fragole
view post Posted on 30/11/2009, 11:31 by: fata delle fragole




ecco il 5 caitolo grazie a tutte

5
futuro
<<mamma, no!>> <<perche?>> <<no, non mi piace quel vestito!>> <<e allora scegline uno, siamo qui da più di un'ora>>
<<mamma, se vuoi andare vai, io posso fare da sola>> << non dire sciocchezze, non voglio andarmene, ti sto solo dando dei consigli che non accetti>> il vestito che aveva addocchiato era rosa confetto, lungo e stretto, con un grosso cappello e un fiocco marrone che si legava dietro alla schiena, era veramente orrendo. <<mamma se i vestiti che mi fai vedere fossero più carini, forse accetterei qualche consiglio>> La commessa del negozio, faceva avanti e indietro con vari vestiti di vari colori, ne avevo visti almeno una ventina, ma nessuno mi pioaceva. <<ok, dalla sua faccia credo che nemmeno questo non le piaccia>> Mi disse la commessa con un sorrisino. <<no, scusi, ma vede io vorrei il vestito perfetto, mi dispiace, la sto facendo inpazzire vero?>> <<no assolutamente, questo è il mio lavoro, ok adesso vado a prendere gli ultimi arrivi>> Le sorrisi, e lei spari di nuovo dietro ad una porta rossa. Sentii un colpo alla porta mi voltai verso la porta, dalla porta rossa usci fuori una montagnia bianca da sotto si vedevano sbucare i piedi della commessa. <<ok allora questo è arrivato ieri e nessuno lo ha ancora visto, lei è la prima>> <<appoggio il grande sacco bianco sopra al divanetto di vernice rossa difianco a me, poi con cautela tirò giù la cerniera, prese in mano la stampella a cui era appeso l'abito e la tirò su con forza. Dal sacco scoppio letteralmente fuori una nuvola inmensa di tulle bianco e nero, lo appese all'ataccapanni e poi con le mani lo sbatacchio per fargli riprendere la forma, lo fissai sbalordita.
Le maniche erano corte, da un lato pemdeva un piccolo fiore nero, il corpetto era pieno di minuscoli swaroski, finiva a punta per poi iniziare con una sfarzosa gonna larghissima di tulle bianco, scendeva e si trasformava in grigio fino ad arrivare el fondo nero, anche la gonna prulicava di svaroski. <<questo. Voglio questo, si questo è quello giusto>> <<è bellissimo>> La voce di mia madre era quasi inudibile, mi voltai per guiardarla e vidi il suo viso pieno di lacrime. <<mamma? cosa fai piangi?>> <<ho tesoro sono cosi emozionata>> <<ma non mi sono nemmeno provata il vestito>> gli feci un sorriso e lei lo ricambio facendomi una carezza sul viso. <<se viene con me in camerino, cosi si prova l'abito e vediamo se ci sono delle modifiche da fare>> <<ok>> La commessa mi fece strada e entrammo in un camerino grande quanto la camera di mia madre, rimasi a bocca aperta. Iniziai a spogliarmi, la commessa mi infilo il vestito, quando la mia testa sbuco fuori dall'abito mi vidi riflessa nello specchio, ero bellissima, i capelli biondi, raccolti nel mio solito ciuffo disordinato, gli occhi azzurri e leggermente truccati, le guance rosse, si mi sentivo bellissima, non lo avevo mai notato, o forse era l'abito a rendermi cosi radiosa e bella. Mi tirai giu labito e la commessa inizio ad agganciare i piccoli bottoncini dietro alla schiena, mi guardai di nuovo, il vestito era bellissimo largo come piace a me, mi sentivo una principessa, usci fuori dal camerino per farmi vedere da mia madre, e a mia gran sorpresa sedute sul divanetto accanto a mia madre c'erano mia nonna e Maya, rimasi sbalordita nel vederle li avevano detto entrambe che avevano altri inpegni e che non sarebbero potute venire, invece eccole li sedute sul divanetto, le donne della mia vita. <<wooow, Dedde sei strepitosa>> <<ho tesoro mio sei bellissima>> <<amore della mamma sei bellissima, anzi non ci sono parole per dire quanto sei bella>> Tutte e tre iniziarono a piangere e naturalmente mi contagiarono. La sarta del negozio disse che non aveva modifiche da fare perche quel vestito era perfetto cosi, aveva detto che sembrava che l'avessero cucito adosso a me, le sorrisi con gran gioia. <<io comunque non capisco>> inizio mia nonna con uno sguardo sorridente. <<sei una strega, perche non ti sei fatta l'abito da sola? Oppure potevi lasciare che lo facessi io!>> <<perche in questo giorno volevo essere una ragazza normale, una semplice sposa che gira per inegozi finche non ha il voltastomaco e alla fine trova l'abito giusto per lei. Ecco perche!>> <<forse infondo hai ragione>> <<no nonna non infondo...>> <<si si hai ragione>> <<ecco cosi va meglio>> la risata di mia nonna l'avrei riconosciuta anke a chilometri di distanza.
Tornai da nonna ormai il mondo magico lo chiamavo cosi, e ad aspettarmi fuori casa c'era la mia anima, il mio amore, il mio futuro, Alex. <<ehi sei arrivata finalmente?>> <<mi sei mancato tanto tanto>> <<mmm anke te>> mi avvicinai per baciarlo e lui mi spostò. <<vai in casa e non muoverti>> <<cosa? Alex?>> <<vai ho detto>> entrai in casa e mi misi a sbirciare da dietro la tenda. Alex si avvicino a un uomo che stava leggendo il giornale seduto sopra ad una panchina. <<cosa ci fai qui?>> la voce di Alex era dura. <<sto leggendo il giornale al sole, perche? questo è un mondo libero>> <<no! qui non puoi stare. Vasttene>> Alex stava stringendo i pugni, ma chi era quell'uomo. <<vattene prima che ti faccia sparire io>> <<alexander vai a proteggere la tua strega, non'e prudente lasciarla sola in casa con cosi tanta gente che la cerca>> Alex si volto di scatto e poi inizio a correre verso casa. Qualcosa mi affero da dietro e mi tappo la bocca, ero talmente spaventata che non ebbi tempo di fare alcuna magia, mi sentivi stanca e mi addormentai.
Mi svegliai, ero sdraiata per terra su un pavimento ruvido e umido, cercai di ricordare come ero arrivata li ma niente, ricordavo solo qualcuno che mi afferrava e poi il buio più assoluto.
Qualcuno stava venendo verso di me sentivo le vodi in lontanaza cercai di tornare a casa schioccando le dita ma non accadeva niente, la porta si apri e entrarono due obbre scure, non vedevo niente era troppo buio, poui la donna parlò. <<bene bene, cosi questa sarebbe la strega, che dovrebbe darmi i popteri?>> <<si Anya, è lei>> <<a vederla non sembra affatto potente se ne sta ranicchiata per terra piena di paura>> <<ho Anya non dire scemenze, è cosi perche non sa ancora usare tutta la magia, ho forse non è al corrente di ciò che può fare>> L'uomo e la donna parlavano copme se io non ci fossi, per capire chi fossero mi basto ascoltare ancora una volta la donna. <<alioscia, ma cosa dici una strega potente non puà rimanere all'scuro dei suoi potyeri. Questa è una semplice strega, mi stai facendo perdere del tempo e basta>> Alioscia, no. Alex aveva tremato quando la nonna aveva pronunciato quel nome, e adesso io ero sua prigioniera. <<basta Anya, è lei, smettila>> le due ombre restarono in silenzio per qualche secondo poi la porta si chiuse sbattendo.
Ero sola, al buio, e senza magia. Iniziai a tremare dal freddo ma credo anche dalla paura, cosa mi avrebbero fatto, non riuscivo a ragionare. Provai di nuovo a usare la magia ma niente era come se non fossi mai stata una strega, cercai di pensare ad Alex il più forte possibile, cercai di chiamarlo mentalmente, sperando che almeno i miei pensieri non avevano subito alcun danno. Sentii uno scuittio, e d'istinto mi raggomitolai su me stessa, qualcosa mi passo sopra al piede sentivo le esili zampette che si arrampicavano sopra la mia gamba fino al ginocchio, rimasi immobile e il topo che stava sull mio ginocchio squitti dinuovo, io tremai e il topo casco dal mio ginocchio, il tonfo che fece sul pavimento mi fece assalire da un senso di colpa, e se l'avevo ferito? ma poi un pensiero mi passo per la testa, nella stanza con me c'era un topo, allora c'era anche un varco, dove il topo entrava e usciva.
Con le mani mi misi a tastare tutto il fondo del muro di tutti i quattro lati della stanza fredda e umida, poi finalmente la mano si conficco dentro a un buco, mi chinai e appoggiai la guancia sopra al pavimento freddo, sul mio viso arrivava una leggera aria gelata, il topo passava di li. Mentre cercavo il varco nel muro ero andata a sbattere contro a delle cose, continuai a girare per la stanza e trovai un bastone, una corda, un grosso pezzo di ferro e un oggetto a cui non sapevo dare un nome. Mi sentivo una cretina a scavare con quelle cose ma pur di scappare avrei fatto di tutto. Passo un po di tempo forse un'ora e il buco si stava allargando di poco, il mio braccio passava fino al gomito, non mi diedi per vinta e continuai.
Mi sentivo e stavo rallentando, ma non volevo fermarmi anche se le braccia bruciavano dal dolore, anche i tagli facevano male, ma non mi iteressava, continuavo ancora e ancora.
Mi svegliai dal piccolo buco che avevo fatto entrava la luce del sole, mi alzai di scatto, non potevo credere di essermi addormentata, presi il pezzo di ferro e continuai a scavare, adesso dal buco passava anche la mia testa a quel punto scavai con più energia e più forte, solo dopo un po mi accorsi di avere degli spettatori, mi voltai e dietro di me cerano otto topi, mi stavano fissando, uno si avvicino e mi annuso la mano poi scappo di corsa dietro ad una cassa di legno che io non avevo notato, mi alzai in piedi e andai verso la cassa, tolsi il coperchio e dentro vi erano tante bottigliette come quelle della nonna, il liquido al loro interno era colorato, iniziai a sollevarle una per una leggendo attentamente l'etichetta: odio, amore, ferocia, potenza, intelligenza, invidia, tantissime cose ma inutili. Un topo si avvicino di nuovo a me e salto sopra ad una bottiglietta dal liquido blu, mi sentivo una cretina a tutti gli effetti adesso, ma presi la bottiglietta e lessi l'etichetta: forza. Forza, non esitai, visto che era stato un topo a mostrarmi la cassa, stappai la bottiglietta e con e traccannai il liquido blu. Ero semopre me stessa non mi sentivo più forte di prima, non mi sentivo niente di quello che non ero gia. Il topo si avvicino al buco che avevo fatto, io lo segui e presi in mano il pezzo di ferro e iniziai a scavare dinuovo, al primo colpo un blocco di muro si sbriciolo, deformando anche il pezzo di ferro che tenevo stretto tra le mani, funzionava, diedi altri due colpi, e il buco divento grande abbastanza per passarci, mi voltai a ringraziare i topi, giurai di averli visti sorridere scossi la testa e scappai fuori, iniziai a correre i miei passi erano il doppio di quelli che facevo di solito, sperai che la pozione durasse abbastanza da farmi uscire da quel posto.
Mi voltai per capire dovero alle mie spalle una casa talmente grande da poter essere scambiata per un castello, non guardai a lungo non mi interessava più sapere dove mi avevano tenuta, volevo solo scappare da quell'incubo.
In lontanaza intravvedevo un alto muro di sassi grigi e bianchi, correvo sempre più veloce e quando ero quasi davanti al muro e stavo per saltare qualcuno mi afferro e mi butto a terra, sopra di me cera un ragazzo con i capelli corti e neri i suoi occhi erano azzurri, lo guardai attentamente, assomigliava ad Alex, mi paralizzai, e il ragazzo mi tappo la bocca. <<ti prego non urlare ti voglio aiutare, ti prego, sc sc>> <<cosa?>> non capivo perche mi stava aiutando. <<non so per quanto tempo ancora Alioscia non verra a controllarti in cantina, quindi è meglio che ci sbrighiamo>> <<chi sei?>> il ragazzo mi guardava intensamente, e assomigliava sempre più ad Alex <<mi chiamo Edward, ma adesso andiamo>> <<perche mi stai salvando?>> continuavo a non capire <<alzati te lo dirò dopo, sbrigati sento che nn ci resta molto tempo>> mi alzai e con una spinta saltammo il grande muro, dall'altra parte cerano due ragazze con i capelli ricci e biondi e avevano gli occhi azzurri, nei loro volti notai qualcosa di me. <<chi siete?>> <<non ce tempo per le spiegazioni, andiamo>> <<dove?>>
I tre ragazzi mi guardarono, poi in un coro dissero. <<a casa>> <<mia?>> la ragazza rise. <<e dove sennò>> accennai un sorrisino, ma continuavo ad avere paura, e se non mi avessero aiutata, se fosse un trabocchetto. Cercai di cancellare quei pensieri dalla mia testa, e la paura aumentava. <<ok, ragazzi mi dite chi siete? e perche mi state aiutando?>> <<ti stiamo aiutando... >> la ragazza diede una gomitata a Edward <<aia Ada>> io sbarrai gli occhi e il ragazzo si tappo la bocca.
<<questo è troppo>> disse l'altra ragazza. <<abbiamo detto che non dovevamo dirgli niente, einvece adesso sa gia come vi chiamate>> <<ragazzi cosa sta succedendo?>> la mia domanda li fece voltare verso di me. <<niente è meglio andare>>
disse la ragazza di nome Ada, che strano si chiamava come mia nonna. Stavamo camminando da parecchio tempo, quando il ragazzo si fermo di colpo. <<qui, si qui va bene, dovrebbe funzionare la nostra magia>> <<selena, prova>> la ragazza fulmino il ragazzo con gli occhi, e il ragazzo si tappo la bocca per la seconda volta. <<ok, o mi dite cosa succede? leo a il nome di mia nonna, lei quello di mia mamma e te hai il nome... lasciamo perdere. Questa cosa è molto strana.>> i ragazzi si guardarono ma nessuno parlava. <<mi volete dire cosa sta succedendo?>> <<no, non possiamo>> <<perche?>> <<ok, noi veniamo dal futuro. Basta hai gia sentito troppo, ti stanno aspettando tutti, e meglio andare>> venivano dal futuro, tre giovani ragazzi erano venuti dal futuro per salvarmi, non ci credevo. <<come sarebbe a dire che venite dal futuro>> <<mmm, Edward lo sai che lei va fino infondo, non dovevi dirle niente>> <<ci conosciamo? nel futuro intendo>> il ragazzo fece un sorriso ampio e belo come il sole. <<certo, e non t'immagini quanto>> <<basta>> gli urlo contro la ragazza. <<andiamo>> le due ragazze mi presero per mano e schioccarono le dita. Ci trovammo a casa di mia nonna. <<ok , adesso se ti chiedono come hai fattoa tornare di loro che sei scappata da sola, senza aiuto, ok>> guardavo il ragazzo turbata. <<mamma hai capito?>> lo guardai per un attimo e lui sbarro gli ochi. <<mercole. fai finta di non aver sentito>> sparirono davanti a me, ma come potevo far finta di non aver sentito, mi aveva chiamata mamma, era mio figlio, mio e di Alex e si chiamava Edward, come il vampiro di twilight.
Mi stesi a terra e cercai di chiamare Alex, ma dalla mia bocca non usciva niente, riprovai e a quel punto il mio urlo usci fuori. <<alex, aiutami>> senti la porta della cucina sbattere e vidi entrare Alex. <<amore mio stai bene, cosa ti anno fatto, come hai fatto a scappare>> quante domande stava facendo, ma da me non arrivava nessuna risposta. Lo guardavo stupita ripensando ai tre fratelli tutti uguali e bellissimi. <<stai bene?>> chiese dinuovo. <<si>> <<ada, Ada, è tornata>> dalla porta sbuco fuori la nonna che venne subito ad abracciarmi. <<ho tesoro stai bene?>> <<si nonna>> <<ma come hai fatto?>> <<sono scappata, ero chiusa in una spece di cantina e nel muro c'era un buco, cosi sono scappata>> <<alioscia, io lo ammazzo>> <<no Alex>> era infuriato spari davanti ai miei occhi. <<ale no!>> ormai era inutile. <<nonna, ti prego fermalo, nonna , nonna>> iniziai a piangere e a non capire più niente. <<nonna la non possiamo usare la magia, io ho provato ma... non funzionava>> <<lo so cara ma Alexander sa quel che fa, non preoccuparti>> come potevo non preoccuparmi quando anche lei era preoccupata.
I mesi erano passati, e di Alex non avevamo più notizie, io e la nonna eravamo andate anche a cercarlo ma non cera traccia di lui, da nessuna parte. Io non mi volevo arrendere, sapevo che era ancora vivo, avevo visto i nostri figli, non poteva essere... non volevo nemmeno pronunciare quella parola.
Mi preparai e andai a cercarlo come avevo fatto fino ad ora. Tornai a casa senza nessuna notizia. <<nonna! devo dirti una cosa>> <<cosa ce tesoro>> decisi di parlargli dei miei figli. <<quando sono stata rapita da Alioscia, non sono fuggita da sola, mi aìanno aiutata tre ragazzi>> <<come? ma avevi detto...>> <<nonna quei ragazzi erano i miei figli, miei e di Alex>> la nonna sbarro gli occhi escosse la testa, ma com'e possibile Alexander è morto. <<non dirlo nemmeno per scherzo>> saltai in piedi urlando. <<ma Debora sono passati 3 mesi e ormai... >> <<nonna quelli erano i miei figli sono sicura, quindi Alex è vivo, devo solo trovarlo>> mi prese le mani. <<se ne sei convinta, fa quello che devi>> <<si nonna, io sono sicura>> mi sorrise e mi acarezzo il viso. <<va adesso, vallo a cercare e se serve aiuto non esitare a chiamare.
Mi alzai in piedi e schioccai le dita, dovinque fosse stato Alex lo avrei trovato, anche se fosse stato all'inferno, si.
 
Top
10 replies since 27/11/2009, 16:12   106 views
  Share